L’immediatezza delle Instagram Stories: live o non live?

Live o no?

L’immediatezza è uno dei punti di forza delle Instagram Stories.
Se dovessi elencare i pilasti delle Instagram Stories, un misto fra caratteristiche intrinseche di questo tipo di contenuti e risultati che ci aiutano ad ottenere su Instagram, ci metterei tre punti:

  1. Immediatezza
  2. Continuità
  3. Coerenza

Al primo posto metterei appunto l’immediatezza delle Instagram Stories, perché le storie sono un contenuto nato per essere immediato: sono veloci da fare, facili da editare e da arricchire con tutte le features messe a disposizione dalla piattaforma stessa, si postano in un attimo e in un attimo se ne vanno (concedetemi la “licenza poetica”, in realtà scompaiono dopo 24h).

Pronte in un attimo!

Instagram stories: pronte in un attimo

“Quindi se sono immediate si fanno in un attimo, sull’onda del momento: giro, metto un filtro e posto?”

Questa è una domanda che mi viene posta più spesso di quanto si possa pensare, e la risposta è sempre la stessa: NO, perché immediatezza non vuol dire casualità, non vuol dire senza visione, senza obiettivi.
Gli obiettivi, come in ogni atto comunicativo, devono guidare la strada, devono essere il nostro faro nella tempesta: tutto deriva da loro.
Quindi le Instagram stories, esattamente come post e Reels di Instagram, come le newsletter e i post di un blog, ci devono accompagnare e sostenere in un percorso glorioso verso ciò che vogliamo ottenere: non importa che siano riconoscibilità, contatti, clienti o vendite, l’importante è sapere dove vogliamo andare, altrimenti non sapremo mai se ci siamo arrivati.

Quindi no, le stories non vanno fatte a caso, si fanno con una finalità ben in mente.

L’immediatezza delle Instagram Stories: live o non live?

Immediatezza delle Instagram Stories: live o non live

E qui arriva la domanda che è l’oggetto di questo post: ma quindi, se parliamo di immediatezza, i contenuti vanno preparati in anticipo oppure si va live?

Come spesso capita quando si parla di comunicazione, l’unica risposta è che non c’è una risposta unica, uguale per tutti.
In questo caso specifico ci sono secondo me tre considerazioni e distinzioni da fare.

1. La distinzione fra la strategia e la tattica

[Chiedo venia per il paragone militare, che non mi è appartiene, ma che è assai utilizzato nel marketing]
Da una parte c’è l’obiettivo da perseguire (farmi conoscere, acquisire contatti, trovare nuovi clienti, vendere? Fate vobis), che è ciò che muove la strategia, quel pensiero a medio/lungo termine che guida, ad esempio, la scelta degli argomenti da trattare e l’individuazione delle rubriche. A quel livello la programmazione è cosa buona e giusta, è ciò che tiene il tempo, che dà ritmo, che segna la via da percorrere.
Dall’altra parte c’è la tattica, l’applicazione nel quotidiano della nostra comunicazione, la creazione dei singoli contenuti, che possono essere più o meno programmati.
A seconda di cosa?

2. La nostra predisposizione

Un po’ come dicevo già a proposito delle Stories in cui “si mette la faccia”, non siamo tutti uguali e non ci deve essere nulla di obbligato nella nostra comunicazione solo perché “così fan tutti“: se qualcosa ci mette in difficoltà, in imbarazzo o ci provoca ansie, forse è meglio lasciarlo perdere, anche perché costringersi a fare qualcosa contro il nostro modo d’essere difficilmente porta a ottimi risultati. Detto in altri termini, quando l’obbligo c’è, tendenzialmente si vede.
Quindi, una volta assodato che la programmazione dal punto di vista strategico è cosa buona è giusta, se siete dei super organizzatori che vogliono prepararsi tutto in anticipo, buon per voi; se invece preferite avere il canovaccio di temi e rubriche con la loro distribuzione (es. il mercoledì tengo la rubrica XY) e poi decidere sotto data (o il giorno stesso, se vi piace quel brivido) che cosa postare come singolo contenuto di quella rubrica, va bene ugualmente. L’importante è che il contenuto sia coerente a livello grafico e che sia concorde con gli obiettivi che vi siete dati in sede strategica.
Ripetiamo ad alta voce: «fatto sotto data non vuole dire mai “fatto a caso”».

3. Il tipo di contenuto

Optare per la preparazione dei contenuti in anticipo oppure “live” (o quasi) può dipendere anche dalla tipologia stessa del contenuto. Se sappiamo di dover postare delle grafiche, ad esempio, oppure una nostra presentazione per accogliere i nuovi follower, ci verrà forse più comodo preparare quelle stories in anticipo; se invece partecipiamo a un evento o vogliamo condividere le emozioni provate durante la visita ad una mostra, ci verrà difficile preparare prima quel genere di contenuti, dovranno essere necessariamente “live”.
Dobbiamo anche sempre tenere in considerazione il mezzo stesso e le sue caratteristiche: per esempio, se si preparano stories in anticipo contenenti delle scritte (a prescindere che ciò venga fatto utilizzando un’applicazione esterna, ad esempio Canva, oppure utilizzando l’editor di Instagram e salvando le stories nella gallery del telefono per essere postate in un secondo momento), queste al momento della pubblicazione non saranno “lette” da Instagram, che di conseguenza non sarà in grado di tradurre automaticamente il testo in altre lingue. Questo è solo un esempio, ma come sempre la conoscenza dei meccanismi di funzionamento di Instagram è essenziale per poter scegliere la strada che ci è più consona, ma anche quella che è più utile alla diffusione corretta dei nostri contenuti, sempre a seconda dei nostri obiettivi.

Ma quindi… live o non live?!
La risposta non posso darvela io, la lascio a voi e alle vostre Instagram Stories.

PS: non mi sono dimenticata di “Continuità” e “Coerenza“, semplicemente saranno oggetto dei prossimi due post qui sul mio blog.


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