Nel precedente post avevo parlato di una delle caratteristiche che per me rappresentano i “pilastri” delle Instagram Stories, l’immediatezza.
Eccomi qui oggi a parlarvi di un altro aspetto fondamentale: la continuità delle Instagram Stories.
Questi due “pilastri” sono intimamente connessi fra di loro, perché l’immediatezza di questo strumento contribuisce a renderlo adattissimo a essere continuativo.
Continuativo in che senso?
Proprio in senso temporale: le stories richiedono un impegno minore per essere confezionate rispetto agli altri contenuti della piattaforma Instagram (post, Reel, guide), quindi possiamo crearne di più nel medesimo tempo. Nel tempo che impiegherei a creare un post tutti i giorni (tralasciamo il fatto che non so quanto avrebbe più senso produrre un post tutti i giorni, ora, ma questa è un’altra storia) posso creare 3-5-7-10 stories tutti i giorni e quindi produrre e soprattutto postare molti più contenuti in modo continuativo.
Vi sembra un’impresa titanica fare anche solo una story al giorno? Fidatevi, più se ne fanno e più si diventa veloci, è matematico.
Poi non è che si debbano per forza fare 10 (numero a caso) o più stories tutti i giorni dell’anno (non funziona tipo la mela al giorno), ovviamente è sempre tutto commisurato a ciò che abbiamo da dire e ai nostri obiettivi.
Sì, ma che ci guadagno con la continuità delle Instagram Stories?
La freschezza
Fare anche solo una story al giorno e avere quindi il nostro bel circoletto sempre circondato da un’aura fucsia/arancio fa sì che le persone che ci seguono, se anche non guardassero le nostre stories, ci vedrebbero sempre lì, vivi e arzilli.
Ed è così che rimarremo, vivi e arzilli, freschi nella loro memoria.
Io ho passato dei periodi anche discretamente lunghi senza postare nulla nel feed (a volte settimane, a volte persino mesi), ma ho continuato produrre e postare stories, senza quindi dare l’impressione a chi mi segue di essere sparita dalla circolazione, grazie proprio alla continuità delle Instagram Stories.
La ripetitività
Lo dicevano i Latini che “repetita iuvant“.
Avere come frecce al nostro arco dei contenuti veloci, da fare e da consumare, ci permette di ripetere informazioni importanti per noi (offerte, scadenze, iniziative… tutto ciò che è più adatto al vostro caso) senza risultare pedanti od opprimenti, a patto di farlo sempre “cum grano salis“.
Ricordiamoci sempre che le stories dopo 24h scompariranno, e che sempre e solo una parte del nostro pubblico le vedrà ogni giorno, quindi ripetendo aumentiamo la possibilità che una parte sempre maggiore del nostro pubblico veda le nostre stories, ne recepisca il contenuto e memorizzi quelle informazioni così importanti per noi.
La varietà
Nel paragrafo precedente parlavo di ripetizione “cum grano salis“, cioè con discernimento, senza che quindi le nostre stories diventino un dai-e-dai trito e ritrito sempre degli stessi quattro contenuti.
Proprio la continuità delle Instagram Stories ci permette di essere variegati, aspetto che ha due risvolti.
1. La sperimentazione
Ripetiamo, ok, ma variando qualcosa, per esempio sperimentando fra le diverse possibilità espressive che ci mettono a disposizione le stories (es. grafiche, foto, video), sfruttando anche tutte le features interattive (quiz, sondaggi, barra di gradimento, ecc..) per coinvolgere le persone. Ciò ci permette non solo di sperimentare, ma anche di testare le soluzioni più gradite al nostro pubblico.
2. Allargare gli orizzonti
La continuità delle Instagram Stories ci permette anche di variare argomenti: senza mai saltare di palo in frasca, con un occhio sempre vigile agli obiettivi e, quindi, al mantenimento di un equilibrio tematico (se sono su Instagram per promuovere la mia attività artigianale di ceramista, l’80% delle mie stories non sarà dedicato a me che preparo il pane), potremo dare spazio anche a passioni, hobby e in generale ad aspetti della nostra vita che non sono strettamente lavorativi, ma che ci permettono di dire qualcosa di noi e di entrare in un contatto più autentico con chi ci segue. Ciò non vuol dire “parlare dei fattacci nostri“, perché raccontare qualcosa di “personale” è ben diverso da “privato“: personale è il nostro modo di vedere il mondo, anche attraverso le lenti di ciò che facciamo/vediamo/ascoltiamo.
La condivisione di contenuti (propri e altrui)
Essere continuativi nella nostra produzione di Instagram Stories ci permette anche di attingere a piene mani da altri contenuti, condividendoli nelle nostre stories, ampliandoli, commentandoli, arricchendoli.
Questo vale certamente per i contenuti che abbiamo postato in passato, che possono tornare attuali e quindi meritare una condivisione arricchita per esempio di un approfondimento, o di un’attualizzazione. Ma vale anche per i contenuti altrui: possiamo condividere nelle nostre storie i post o i reel di altri utenti che troviamo interessanti (per noi e per chi ci legge), ma anche articoli, video e fonti che consultiamo sul web, grazie alla possibilità che ormai tutti abbiamo di inserire i link nelle stories. Questo aspetto non è affatto da sottovalutare, perché ci permette di non essere auto-referenziali, di avere quell’atteggiamento aperto e generoso che rimane una delle 5 facili mosse per essere social (per davvero) sui social, oltre che uno degli ingredienti fondamentali per fare community su Instagram.
Per finire
In conclusione: se è vero che le Stories sono contenuti immediati, perché facili da consumare per il pubblico e perché necessitano in fase di produzione di un impegno inferiore rispetto ad altre tipologie di contenuti, utilizziamo a nostro vantaggio questa loro caratteristica intrinseca per rendere la nostra comunicazione continuativa, che ci tiene vivi nella memoria di chi ci segue, e che ci permette di proporre contenuti vari per argomento e creatività.
La prossima volta parleremo di coerenza, l’ultimo dei tre pilastri delle Instagram Stories
(giuro che non passerà un altro anno😉)